A distanza di poco meno di ventiquattro ore dalla sfida tra Galatasaray e Juventus che, come noto, ha sancito l’eliminazione dei bianconeri dalla Champions League, emergono dettagli per certi versi sconcertanti sulla strategia seguita dal club turco, nelle ore che hanno preceduto la ripresa del match.
Nello specifico, è stato visibile ad occhio nudo che nella metà campo di destra rispetto alla posizione della telecamera (quella in cui ha attaccato il Galatasaray durante il secondo tempo e la Juve per i soli quindici minuti restanti del primo tempo) la qualità dell’erba fosse decisamente superiore, se si pensa che dall’altra parte del campo, dove i bianconeri hanno dovuto costruire gioco per più tempo, non c’era altro che fango.
Ebbene, in queste ore pare stia venendo meno la componente “casualità” nel giustificare una disparità di questo tipo che, a conti fatti, ha penalizzato la Juve il triplo del tempo, rispetto a quanto avvenuto con i padroni di casa. Come se non bastasse, tra primo e secondo tempo, pare che gli spalatori siano stati istruiti dal direttore generale Lutfi Aribogan, per rendere ancora più critica la suddetta zona di campo.
Non è un caso che la Juve abbia faticato davvero tanto nel creare azioni degne di questo nome, senza dimenticare un dettaglio che forse non tutti conoscono. Tempo addietro, infatti, una sorte simile è toccata con il Cluj, anche se in quel caso tutto è ruotato attorno alla pioggia: tra primo e secondo tempo, infatti, fu resa impraticabile solo la metà campo in cui avrebbero attaccato gli ospiti, facilitando non poco la rimonta da parte del Galatasaray.
Insomma, un motivo in più per rammaricarsi in casa Juventus, dopo quanto avvenuto tra martedì e mercoledì, con una qualificazione ampiamente alla portata sfumata nel corso degli ultimi minuti.
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